Il tesoro nascosto della Val Calepio

Sara Invernici • apr 06, 2022

Troppo spesso ci capita di dover spiegare perché la Val Calepio, a tanti poco conosciuta, sia una zona storicamente tanto vocata alla produzione di vini di ottima qualità e personalità.

Un’area ancora troppo sottovalutata nel panorama enologico ma che in realtà da sempre dedica i suoi terreni marna argillosi e il suo clima particolarmente mite alla produzione di uve. 
A rinforzo della nostra tesi basterebbe rendere noto il significato di Val Calepio dal greco Kalos-Epias, "Terra buona, terra dolce"
Un terreno particolarmente fertile favorito anche dal clima mite, grazie alla vicinanza del lago.
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Partiamo con il dire che si definisce area Valcalepio la fascia collinare pedemontana situata nella parte orientale della Provincia di Bergamo e a sud del Lago d'Iseo, compresa fra il fiume Cherio ed il fiume Oglio. 

Compongono questa zona collinare 9 comuni tra cui Grumello del Monte la cosiddetta “Città del Vino” dove sorgono i nostri vigneti.

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Bergamo, dal punto di vista agricolo, era ed è una città produttrice di vino. Quasi quattro quinti delle superfici trattate fino alla fine del XI secolo erano vigneti. 
Inoltre, per i Romani la cultura della vite a Bergamo diventò così importante che fu dedicato un tempio a Bacco nell’antico Borgo di San Lorenzo. Plinio ci racconta che in questo territorio la coltivazione della vite era molto sviluppata, soprattutto nei luoghi più appropriati, cioè nella collina.
Anche nei secoli bui della storia del nostro territorio la gente bergamasca non smise mai di amare e produrre il suo vino, dal 1400 a tutto il 1600 la provincia di Bergamo produceva molto più vino del suo fabbisogno, circa tre volte tanto e che il sovrappiù veniva collocato sul facoltoso mercato milanese. L’arrivo della peronospora e dell’oidio e la comparsa della filossera poi nel 1886 non riuscirono a trasformare la vocazione di questi territori; i vigneti subirono gravi perdite ma i bergamaschi in breve tempo reimpiantarono vastissime superfici superando le precedenti.
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Negli anni successivi si verificano i presupposti per una viticoltura di qualità; vennero eliminati i vitigni tardivi e valorizzati vitigni come Merlot e Cabernet, nacquero le prime cantine sociali ed il 3 agosto 1976 Il Vino DOC Valcalepio ottenne il riconoscimento della Denominazione di Origine controllata.

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Come può allora, la Valcalepio, forte di tanta storia e tradizione, rimanere una zona a molti sconosciuta e da tanti poco valorizzata? 

Come direbbe Luciano Malachini “se i vitigni della Valcalepio sono meno celebri di quelli delle altre zone, che si seppero meglio organizzare commercialmente, non sono però da meno nella bontà del prodotto”

Non siete d’accordo che è poi la sostanza ciò che conta? Anzi la sostanza è l’unica cosa che dovrebbe contare quando si parla di vino. Noi crediamo fortemente nella qualità senza compromessi del nostro vino. 

Ecco perché ci definiamo “Il Tesoro nascosto della Val Calepio”

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